Project Description
Senza Mare è un lavoro di ricerca fotografica di Marina Spironetti con la prefazione di Paolo Fresu, sulle maschere rituali e sui costumi dell’entroterra sardo, con particolare attenzione al territorio della Barbagia.
Iniziato nel 2016 e sviluppatosi nell’arco di circa quattro anni, questo progetto nasce dal mio desiderio di raccontare l’unicità del territorio barbaricino e dell’entroterra in genere, e il profondo attaccamento del suo popolo a tradizioni secolari – e, in alcuni casi, addirittura millenarie; vuole essere un archivio visivo di un’estetica profondamente sarda e, su un piano personale, un viaggio di scoperta e di riappropriazione delle mie radici, sarde per parte di madre.
In questi anni ho soggiornato in Barbagia in diverse occasioni, sempre in inverno, la stagione più lontana dal turismo e dall’immagine da cartolina che spesso si ha dell’isola, a sottolineare una terra “altra”, antica, lontana – geograficamente e storicamente – dal mare.
Il progetto si articola in due parti, dedicate rispettivamente alle principali figure del carnevale – i Mamuthones di Mamoiada, i Boes e Merdules di Ottana, Sos Thurpos di Orotelli, Sa Maschera a Gattu e sos Maimones di Sarule, i Tumbarinos di Gavoi e Su Battileddu a Lula – e al costume tradizionale femminile, attraverso il quale raccontare la ricchezza e la forza dell’universo femminile sardo.
L’approccio che ho scelto per ritrarre i miei soggetti è stato volutamente diverso rispetto a quello dell’iconografia tradizionale – molte delle immagini di maschere e costumi sardi sono infatti scattate durante eventi religiosi o manifestazioni folkloristiche, che del mito rappresentano la recente spettacolarizzazione e che in questo libro rappresentano una minima parte. Ho ricercato piuttosto un contatto diretto e personale con i soggetti delle mie foto, entrando nelle loro case e conoscendone le storie e le famiglie, creando quella fiducia reciproca che ritengo necessaria per andare in profondità e raccontare qualsiasi storia. Questo mi ha permesso di creare una narrazione visiva dal punto di vista dell’osservatore attivo, dell’insider.
Le donne e gli uomini che appaiono nelle pagine di questo libro sono stati fotografati in un ambiente a loro familiare – dalla casa e dal paese, luoghi del noto e degli affetti, alla durezza della campagna -, combinando approccio documentaristico e ritratto in posa per rappresentare l’identità simbolica di ciascuno di essi.