Sant’Orsola

Storie, memoria e silenzi dell’ex convento benedettino situato nel cuore di Firenze.
di Daniela Tartaglia

Disponibile

Project Description

Sant’Orsola
Fotografie da un Monastero

Presentazione di Tomaso Montanari.
Contributi di Alberto Breschi, Amos Cecchi, Marion d’Amburgo, Liana Di Giorgi Sossi, Sergio Givone, Silvana Li, Andrea Macaluso, Donatella Masini/Maurizio Bertelli, Gianfranco Romandetti, Goffredo Serrini, Stefania Zampiga.

S.Orsola Firenze / Daniela Tartaglia - Crowdbooks Publishing

Fotografo da diversi anni Sant’Orsola, monastero benedettino del Trecento, situato nello storico quartiere di San Lorenzo a Firenze , a due passi dalle Cappelle medicee e dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Convento poi trasformato, agli inizi dell’Ottocento, in Manifattura Tabacchi per la produzione del sigaro toscano.S.Orsola Firenze / Daniela Tartaglia - Crowdbooks Publishing

Lo fotografo mossa da un’urgenza interiore, quasi irrazionale, che deriva forse dal fascino esercitato su di me da un luogo che un tempo era spazio di meditazione e che tuttora, pur deturpato e ferito, continua a mantenere viva questa sua aura.

La prima volta che sono entrata nell’ex convento femminile – diversi anni fa – ho sentito che quel luogo occulto tratteneva un segreto e che, come fotografa, avrei potuto mettere in atto i suggerimenti che James Hillmann nel suo saggio L’anima dei luoghi rivolge agli architetti per entrare in contatto con il Genius loci: averne cura e portare a galla il rimosso, riconoscerne la ferita e farla germogliare, ridargli vita.

Luogo del sacro, murato ed occulto, Sant’Orsola rappresenta una smagliatura rispetto alla cooperativa di capolavori (Manganelli ) di cui gode Firenze, una dissonanza rispetto alla odierna logica di artificialità e vetrinizzazione del sistema urbano. Ed è questo che la rende oggi così interessante e preziosa.

S.Orsola Firenze / Daniela Tartaglia - Crowdbooks Publishing     S.Orsola Firenze / Daniela Tartaglia - Crowdbooks Publishing

Il suo stato di rovina, derivante dall’abbandono cui è stata lasciata per decenni, contiene, imprevedibilmente, interessanti possibilità di contemplazione e di esercizio di libertà. La sua esclusione forzata dal flusso della modernità ne ha fatto infatti luogo dove rallentare il ritmo, dove fare esperienza di tempo e natura, dove entrare in dialogo con il vivente, per comprendere che la natura può ancora essere libera di crescere in maniera spontanea e selvaggia.

Il suo abbandono è stato per me una straordinaria occasione, palestra e teatro di silenzi, di esercizio dello sguardo, di misurazione, di consapevolezza. Ma anche strumento per ripercorrerne la storia, per ridare vita, attraverso i ricordi e le testimonianze, al vissuto di un luogo, cercando – come il protagonista di un romanzo li ambientato – “il senso delle cose che vi accadono. Benché slegate fra loro, legami oscuri, analogie le tengono insieme.” (Sergio Givone).

Sant’Orsola 2

La ricostruzione storica dell’edificio – dove sembra sia stata sepolta Lisa Gherardini, la famosa Monna Lisa di Leonardo – si intreccia con le testimonianze delle persone che vi hanno vissuto negli anni 50/70 del Novecento quando Sant’Orsola divenne Centro di accoglienza degli esuli istriani, fiumani, dalmati e poi Centro sfrattati ma lascia spazio anche agli interventi del comitato di quartiere circa la destinazione d’uso del complesso, alle riflessioni di poeti, scrittori ed architetti sul tema della città e dell’abitare che mi hanno nutrita e accompagnata nella gestazione di questo lavoro di ricerca.

Convento di Sant'Orsola in via Guelfa_Pasqua 1947x web
Sant’Orsola, Firenze, Centro di accoglienza degli esuli istriani, fiumani e dalmati , Pasqua 1947 (archivio Liana Di Giorgi Sossi)
Convento di Sant'Orsola in via Guelfa, Marzo 1948
Sant’Orsola, Firenze, Centro di accoglienza degli esuli istriani, 1947 (archivio Liana Di Giorgi Sossi)
Sant'Orsola - 1971
Sant’Orsola, Firenze, Centro sfrattati, 1971 (Fotografia di Massimo Agus)
S'Orsola Aperta - 2014
S’Orsola Aperta, La città dentro San Lorenzo, 2014 a cura di Santorsolaproject (fotografia di Pietro Viti)
S.Orsola rivoltata
St’O aperta , Sant’Orsola rivoltata, 2014, a cura di Fondazione Studio Marangoni, Firenze (fotografia di Goffredo Serrini)
Sant’Orsola 3
2017, Sant’Orsola. Giusi Merli nei panni di Maria Salviati de’ Medici nello spettacolo “Consorte dilettissimo” a cura di Andrea Macaluso. (fotografia di Enrico Gallina)
Ecco Sant’Orsola
Franco Spina, Scraps, Ecco Sant’Orsola, 2015 a cura di V. Bruni, P. Bitelli, E. Malagigi / Accademia di Belle Arti di Firenze (fotografia di Franco Spina )

Specifiche libro

Larghezza:22,8cm
Altezza:20,8cm
Pagine:128
Copertina:Hard Cover
Lingue:Italian

Author Informations

NomeDaniela Tartaglia
Paese Italia
Sito webhttps://www.danielatartaglia.com

Biografia

Daniela Tartaglia (1954, Forte dei Marmi) si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Settanta, dopo la laurea in Scienze Politiche conseguita presso l’Università degli studi di Firenze, con una tesi in storia contemporanea.

Nel 1981 ha fondato (con Serena Arcieri e Silvia Marilli) Fotostudio, la prima galleria fiorentina dedicata interamente alla fotografia. Da allora ha cercato sempre di affiancare alla ricerca personale la passione per le problematiche filosofico-culturali mutuate dai suoi studi universitari.

Ha vissuto per più di dieci anni a Milano dove ha affiancato Cesare Colombo – suo maestro e noto fotografo e organizzatore culturale – nella realizzazione di numerose mostre fotografiche. Ha  lavorato come ricercatrice iconografica per Bruno Mondadori, RCS Libri, Edumond, Sansoni, Le Monnier, Alinari.

Parallelamente ha svolto attività didattica come insegnante di storia della fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Milano e il CFP Bauer della Regione Lombardia.

Dal 1995 ad oggi è docente di storia della fotografia nel Corso Triennale di Fotografia della Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Come docente a contratto ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Palermo, Bologna, Firenze e presso la facoltà di Architettura di Firenze.

Negli anni Novanta ha lavorato al progetto di catalogazione del patrimonio fotografico del Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze (Alinari 2000-Save our memory). Insieme ad Italo Zannier ha pubblicato il manuale di catalogazione La fotografia in archivio (Sansoni, Milano, 2000). Grazie a tale pubblicazione  ha ricevuto l’incarico, da parte dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare di Firenze, di effettuare una ricognizione articolata delle collezioni e fondi presenti nella fototeca per poter avviare un progetto di riordino e valorizzazione. Tale ricostruzione verrà pubblicata sulle pagine della rivista AFT, organo semestrale dell’Archivio Fotografico Toscano e nella prestigiosa monografia L’Istituto Agronomico per l’Oltremare e la sua storia (Edizioni Masso delle Fate, 2007).

Su Ferrania Storie e figure di cinema e fotografia, prestigiosa monografia che nel 2004 la casa editrice De Agostini ha dedicato alla storia dell’archivio fotografico 3M,  ha pubblicato i saggi “Nascita di un linguaggio” e “ Uomini e spazi”. Con Bononia University Press (Bologna) ha pubblicato, nel 2011, il volume Il corpo in posa.

Collabora da più di venti anni con l’Informatore, house organ di Unicoop Firenze, e con lo studio di progettazione grafica Socialdesign con il quale realizza molte delle immagini dei manifesti promozionali del teatro La Pergola di Firenze.

Nel 2017 è stata incaricata da Unido / Agenzia delle Nazioni Unite di realizzare la documentazione fotografica della filiera del marmo in Palestina.

Ha pubblicato la sua ricerca artistica nei volumi Appartenenze (Art&, Udine, 1998, testi di Jean-Claude Lemagny e Lella Ravasi Bellocchio), Assoluto Naturale. Le forme del marmo nella fotografia di Daniela Tartaglia (Arti Grafiche Friulane, Udine, 2005, testi di Roberta Valtorta e Lella Ravasi Bellocchio), Diventa fiume (Edizioni Polistampa, Firenze, 2017, testi di Federico Busonero, Liliana Grueff, Giovanni Fontana Antonelli).

È una delle trenta fotografe italiane la cui esperienza, artistica e di vita è entrata a far parte del volume “Parlando con voi. Incontri con fotografe italiane”, a cura di Giovanna Chiti e Lucia Covi (Danilo Montanari Editore, Ravenna, 2013).

Su iniziativa di Giovanni Gastel, presidente dell’AFIP (Associazione Fotografi Professionisti) il progetto editoriale è diventato una mostra /installazione itinerante (MIA/Milano 2014, Frame Foto Festival, Salsomaggiore 2014, Le Murate /Progetti per l’arte contemporanea, Firenze 2015, La Triennale, Milano 2016).

Numerose le esposizioni collettive e personali. Tra le più importanti personali si segnalano le mostre alla Fondazione Corrente, Milano 1990, al Museo del Paesaggio di Verbania e al Dryphoto di Prato nel 1994, alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze nel 1998, al Palazzo mediceo di Seravezza e alla Torre aldobrandesca di Capalbio nel 2005, al Fortino mediceo di Forte dei Marmi nel 2010, alla Galleria Spazio Farini 6 di Milano nel 2011.

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