Project Description
Benedetta Piazzesi con questo libro analizza il contributo della fotografia alla lotta animalista.
A partire dalle istantanee più famose che hanno documentato la situazione di sfruttamento attuata dall’industria nei confronti degli animali, Benedetta Piazzesi riflette sulla nascita di un nuovo genere di fotoreportage che mira a riportare l’attenzione su questo fenomeno di schiavitù.
“È quasi certo che gli animali ritratti in questo libro siano morti, adesso.
Niente ci turba come le fotografie dei defunti, che conservano una traccia della loro realtà e ce li riportano misteriosamente presenti. Nel caso dei condannati a morte, come quelli che possiamo osservare in questo libro, però, il soggetto non solo torna dalla morte, ma sembra dirigersi verso di essa. In un tempo invertito, che non ci risparmia l’inquietudine del futuro e ci colpisce con l’ineluttabilità del passato, gli animali condannati dall’industria zootecnica stanno per morire e sono già morti.
La fotografia non può fare a meno di parlare della morte, e di battersi contro di essa.
Il documento fotografico si è sempre prestato alla denuncia sociale, eppure il fotoreportage, quello di guerra in particolare, ha uno statuto ambiguo, dal quale non sono assenti ipocrisia e impotenza. Il fotoreportage animalista, che ritrae scene da una guerra che è sotto ai nostri occhi e non vogliamo vedere, non è esente dalle ambiguità della fotografia sociale: denuncia una realtà invisibile e ci rende spettatori, ci attiva e frustra l’azione.
Questa sua dimensione intermedia è il “potenziale negativo” della fotografia che, costringendoci in uno stato di scomoda impotenza, può forse fare della nostra usuale passività qualcosa di insostenibile.”




