The Cluster

La bestia è nuda
di Leopoldo Mauriello

Disponibile

Project Description

The Cluster, La Bestia è Nuda: Un Progetto fotografico onirico sulla Cefalea a Grappolo.

Onirico nel senso che tende ad una rappresentazione spazio-temporale irreale. Una prima opera, che cerca volontariamente e sinceramente l’ingenuità stilistica tipica dell’istinto e della rappresentazione non educata alla forma. Uno stile fotografico tecnicamente laico, che salta senza soluzione di continuità dal reportage alla ritrattistica intimista. L’uso del colore è una scelta di puro iperrealismo, così come la scelta esclusiva della luce naturale.

The Cluster - La bestia è nuda - un libro di Leopoldo Mauriello – Crowdbooks Publishing
Dimenticare non puoi

C’è una frammentarietà stilistica mai mitigata, che è utile a raccontare i cambiamenti e l’evoluzione vissuti in questi tre anni di ricerca, lavoro, dialoghi e vita. È una sorta di meta racconto, dove il cambiamento della personalità di chi scatta è parte integrante della narrativa fotografica.

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L’agguato

La Condizione del Grappolato

L’autore soffre di Cefalea a grappolo dall’età di nove anni. Da qui nasce il bisogno di confrontarsi con altri grappolati, instaurare un dialogo profondo e condividere aspettative e speranze. I grappolati chiamano la Cefalea a grappolo, nota anche come Cefalea del suicidio, “la Bestia”. Questa metafora cerca di esprimere un dolore che non è facilmente condivisibile. Il dolore può essere descritto, ma non mostrato. Questa patologia è poco riconosciuta nella vita quotidiana e nell’interesse scientifico. Il dolore provocato dalla Cefalea a grappolo ha caratteristiche comuni, ma manifestazioni molto individuali. Di solito inizia come un bruciore penetrante, violento e pulsante, focalizzato su una metà della testa, ma può anche cambiare lato o essere bilaterale.

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La Cura

Il dolore è talmente acuto da sembrare che penetri l’occhio dall’interno fino alla tempia. In pochi minuti diventa insopportabile, aggiungendo pulsazioni acute, picchi ingestibili e oscillazioni continue. Un attacco di Cefalea a grappolo provoca costipazione nasale, indolenzimento del cranio, fotofobia, nausea, sudorazione e lacrimazione. Inoltre, causa un’irrequietezza ingestibile e un malessere generale. Chi vive un attacco non può sdraiarsi, stare fermo e tende a impazzire. Il dolore è solo la parte più evidente di una condizione complessa. Gli attacchi si concentrano in cluster, durando da 2 a 5 settimane, ma alcuni soffrono di condizioni croniche. Gli attacchi arrivano senza preavviso, rovinando ogni momento e situazione della vita senza possibilità di controllo.

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Aspettando la vita

Tutto questo ovviamente crea conseguenze legate all’ansia, compromette il sonno, ti fa sentire insicuro. Scientificamente l’entità del dolore di un attacco di cefalea a grappolo è classificata in analogia a quella del parto, ed un grappolato “partorisce” per un determinato periodo di tempo una o più volte al giorno.

Raccontare la Speranza

Ma nonostante tutto il contesto, questo progetto racconta la speranza. Descrive una particolare sofferenza da cui inspiegabilmente nascono vite piene, capacità di reazione e voglia di futuro. Parla, anzi mostra storie rese incredibili dalle condizioni in cui si evolvono. La fotografia è qui il mezzo di narrazione, scelto tra tanti, perché ha una intrinseca capacità di comunicare empatia, immediatezza, profondità e lentezza nella fruizione. C’è bisogno di tempo e di particolare capacità di sentire, per comprendere quello che non è possibile raccontare: il dolore, la speranza, l’ansia, la remissione, la tua vita che cambia e imprevedibilmente la migliora.

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Daniela

Il Racconto dei Grappolati

L’autore e i 7 grappolati: Arianna, Daniela, Luca, Massimo, Patrizia, Rachele e Sten raccontano una storia unica in questo progetto. Condividono la loro condizione e la mostrano a tutti, il messaggio centrale del libro. L’autore decide di ritrarli senza filtri, nei luoghi dove affrontano la sofferenza, senza costruzioni o forzature.

Una sessione fotografica inizia dopo un’ora di conversazione intensa, a cuore aperto, dove il tempo sembra fermarsi. Queste conversazioni, forti ed emotivamente complesse, toccano errori di vita, conseguenze irreparabili, disillusioni e successi parziali e totali. Dialoghi che inevitabilmente cambiano chi li vive. Durante le sessioni, a tutti è chiesto di raccontare cosa la Bestia inspiegabilmente ha regalato alle loro vite, perché anche il dolore porta con sé speranza e nuove possibilità.

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Melancolia

Tutto il resto viene raccontato con le immagini e offerto per chi ha voglia di leggerle. Questo lavoro ha generato anche un’esperienza relazionale dell’autore con chi soffre di cefalea (e con se stesso), arrivando a delineare tratti comportamentali ricorrenti: il tabagismo, la vivacità e la forza intellettuale, l’irrequietezza umana di un’indole insoddisfatta, vite pienissime di cose e desideri, con una predisposizione piuttosto diffusa per eccessi e dipendenze. I grappolati sono emotivamente forti ma empaticamente sopra le righe. C’è un valore artistico e comunicativo di questo lavoro che è tutto da giudicare e sarà il tempo, il pubblico a giudicarlo. Ma forse il valore di scopo è già chiaro ed è essenzialmente utile.

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Rachele

Un grappolato, spesso dall’infanzia, può impiegare decenni per capire cosa lo affligge. La diagnosi è complessa e richiede tempo, passando attraverso antidolorifici, cure inefficaci, psicofarmaci, diete e disagio psichico, con la costante sensazione di debolezza, perché “un mal di testa non ha mai rovinato la vita a nessuno”. Anni di ricerca di una diagnosi possono fortificare o distruggere, ma sono anni che non verranno mai restituiti. Se questo progetto riuscisse a far capire, consigliare o suggerire il giusto percorso per un grappolato, riducendo l’isolamento e la sensazione di non avere vie di uscita, anche solo per una persona, avrebbe raggiunto il suo scopo.

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Unhappy ending

Questa pubblicazione è sostenuta da O.U.C.H Italia.

Author Informations

NomeLeopoldo Mauriello
Paese Italia
Sito webhttps://www.clusterphotobook.com

Biografia

Sono nato nel 1980 e sono grappolato dal 1989, praticamente convivo con la Bestia da sempre. Con lei ho attraversato tutte le fasi di una relazione complicata: incapacità, rifiuto, resa, rabbia, sconforto. Ma in qualche modo con il tempo ho imparato a gestirla, a godermi al meglio
i momenti di remissione e ad accompagnare verso la fine i grappoli più complicati. Non è stato semplice, ma posso dire di essere quello che sono anche grazie al Grappolo.

Forse senza la bestia non sarei stato così come sono: caparbio, curioso, assetato di vita e solido. Mi sono sempre sentito un musicista non un fotografo, anche se, per guadagnarmi da vivere lavoro nel mondo digital. Sono stato imprenditore digitale, ho avviato startup anche all’estero, poi dopo due anni come responsabile del settore Startup per Microsoft Italia, sono entrato a far parte del gruppo Telepass dove lavoro attualmente.

Non mi definisco fotografo, e in realtà anche se la passione per le arti visive e l’immagine è innata, la fotografia attiva è una passione piuttosto recente, arrivata quasi a quarant’anni. Eppure, posso dire di amare la fotografia profondamente e per uno strano destino, per circa tre anni ho raccontato la bestia per immagini. Lo faccio grazie a tante e tanti incoscienti che mi hanno dato fiducia, ma anche grazie a qualcosa che è più grande di me. Quel bisogno di universale di canalizzare questo dolore in qualcosa di buono per sé stessi e per gli altri.

Di tutto il mio percorso da grappolato la sola cosa che rimpiango è il tempo enorme, che ho impiegato a dare un nome a questa cosa. Anni di tentativi, di cure errate e deleterie, di diete creative, di psicofarmaci e antidolorifici potenti solo per minare l’apparato digerente. Prima di poter spogliare la bestia e guardarla negli occhi, ho dovuto affrontare la tempesta senza bussola e ritrovarmi in mare aperto senza provviste. Questo libro nasce da tutto questo, dall’esigenza di evitare o almeno accorciare quella fase di limbo a chiunque dovesse scontrarsi con la Cefalea a Grappolo.

Disponibile

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