Project Description
Il mio viaggio a Parigi inizia da Montmartre, mentre mi lascio ammaliare dalla vista a 360 gradi della città. Di fronte a quello spettacolo mi sento piccolo e quasi sopraffatto da tanta bellezza ma capisco che non ho voglia di raccontare la Parigi iconica e conosciuta; voglio raccontare, invece, la vita dei parigini, quella di tutti i giorni, fatta di piccole boutique raffinate, negozietti colmi di oggetti e vestiti vintage, brasserie tipiche, boulangerie con il profumo di baguette appena sfornate.
E’ stato un viaggio lungo in cui ho rappresentato diversità, stravaganze, peculiarità; passeggiando per la città, ha scrutato luoghi, uomini, donne, perdendomi nelle riflessioni di quegli incontri particolari. Ognuno sembrava portare con sé la sua storia, i suoi sogni, le sofferenze e la felicità, tutto il suo vissuto; le persone mi apparivano vive nel senso più profondo del termine, vere.
Live in Paris ci fa perdere nei meandri di quell’essenza imperscrutabile e impalpabile che attraversa la capitale francese, ma affiora nelle storie che ho voluto raccontare. Honorè de Balzac rappresentava Parigi come un oceano senza fondo; io ho voluto rappresentare questa immagine letteraria con una sorta di vertigine visuale contenuta in tutti i frammenti estetico-formali presenti nel libro.
Alla base di tutte le microstorie raccontate c’è la sinestesia della poesia che fa di queste fotografie una formula simbolica intima di una città in continuo mutamento. Ho voluto mettere in scena un immaginario narrativo e interpretativo fatto di luoghi, cose, persone, che si animano in scene icastiche e avverabili nell’infinita sequenza di immagini che è la vita.
Mi sono lasciato stupire da tutto ciò che la città potesse offrirmi, mi sono fatto incantare dai colori, dalla dinamicità delle persone, dagli incroci ironici e inusuali.
Per fare questo sono stato ampiamente aiutato dai miei riferimenti artistico-culturali, cioè Wenders, Lynch, Tuymans, Bacon, Freud. Ma anche Sartre, Proust, Balzac, quindi empatia, proiezione, immaginazione: sono queste le formule che ho usato per nutrire il mio sguardo quasi sopraffatto dagli incontri fortuiti nelle strade brulicanti di vita, di poesia visiva e di intima luce narrativa.
È stato catartico, per la mia anima e per i miei occhi, tuffarmi in questo oceano e percorrerlo senza riuscire a trovarne il fondo. Parigi mi ha fatto capire che per quanto sia grande la cura che ci si mette nel percorrerla, nel descriverla, per quanto siano numerosi e interessanti gli esploratori di questo mare, “vi si ritroverà sempre un luogo vergine, un luogo sconosciuto popolato da fiori, perle, mostri; qualcosa d’inaudito, insomma, dimenticato dai subacquei visitatori letterari». Una citazione che ci ricorda una volta in più quanto Parigi sia una fonte di ispirazione incantevole e inesauribile, per questo impossibile da svelare e conoscere fino in fondo.