Enrico Vetri

Knowing Pripyat

Una città raccontata in silenzio
di Enrico Vetri
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Questa campagna non ha raggiunto l'obiettivo minimo dei pre-ordini necessari a pubblicare il libro.

Project Description

Knowing Pripyat è un libro fotografico di Enrico Vetri.

Ho visitato, in punta di piedi, questi luoghi. Ho conosciuto le persone che hanno visto la loro esistenza stravolta da quell’evento che ancora oggi faticano a comprendere. Con loro ho condiviso ricordi ed emozioni.

Ho lasciato che in silenzio la città si raccontasse e attraverso queste immagini ho voluto provare a darle nuovamente voce, così da poterla di nuovo ascoltare insieme al lettore.

Knowing Pripyat – Enrico Vetri – Crowdbooks Publishing

Da parecchi anni fotografo, e in ogni scatto cerco di catturare il duplice impatto emotivo trasmesso sia dal soggetto ripreso sia da chi si trova dietro al mirino.

Mi è capitato di riprendere le più svariate situazioni, dalla cronaca al ritratto, ma in ognuna ho sempre cercato una forte empatia con chi o quanto si trovava davanti all’obiettivo. Farlo con persone o situazioni in rapida evoluzione è piuttosto semplice perché l’interazione è immediata, i fatti stanno accadendo in un preciso istante; nel ritratto espressività e dialogo durante il set sono la chiave dello scambio emozionale.

Knowing Pripyat – Enrico Vetri – Crowdbooks Publishing

Ma quando si tratta di oggetti le cose cambiano, occorre pensare in doppio perché l’oggetto è in grado solo di proporsi per ciò che è, e il grosso del lavoro consiste nel percepire la sua storia e tradurla in uno scatto in cui siano comprese anche le sensazioni provate in quel momento. Rarissimamente è capitato che un oggetto fosse in grado di raccontarsi semplicemente mostrandosi. Opposta, se vogliamo, è la condizione che si ha quando si fotografano luoghi o manufatti; paesaggi e monumenti parlano da soli e non ci vuole un particolare “impegno” dal punto di vista emotivo per ottenere una foto significativa.

Knowing Pripyat – Enrico Vetri – Crowdbooks Publishing

Tutt’altro discorso si deve fare quando il nostro interesse fotografico ha come soggetto l’URBEX, ovvero siti che ancora contengono tracce tangibili di chi li ha abitati. In questo caso è l’ambiente stesso che si racconta e parla di chi l’ha frequentato attraverso gli oggetti che ne rivelano le abitudini, e in situazioni del genere l’impatto emotivo raggiunge i massimi livelli poiché da interlocutori diveniamo ascoltatori; sono i muri, i mobili, le suppellettili che ci mettono a parte della quotidianità di chi lì è stato ed ha vissuto.

Knowing Pripyat – Enrico Vetri – Crowdbooks Publishing

Se poi associamo a tale condizione un evento storico i cui effetti sono ancora riconoscibili, c’è la garanzia che il coinvolgimento emotivo provato sarà davvero qualcosa di unico. Quando tali situazioni accadono, la fotografia diviene davvero strumento narrante, ma occorre che il nostro ascoltare sia fatto nel pieno rispetto di quei luoghi e della gente che vi ha vissuto. In altre parole, evitando cioè di ricorrere alla creazione artificiosa di set fotografici che nel nostro intento possono rendere più “incisivo” lo scatto.

In certe situazioni è tutto l’insieme, nello stato in cui si trova, ad essere talmente incisivo da fornirci l’inquadratura che cerchiamo. Sta a noi trovarla. E se parliamo di Pripyat, non c’è molto altro da aggiungere.

Specifiche libro

Larghezza:16,5cm
Altezza:24cm
Pagine:144
Copertina:Fedrigoni 300gr rilegata in brossura cucita
Lingue:Italiano, Inglese

Author Informations

NomeEnrico Vetri
Paese Italia

Biografia

Enrico Vetri nasce a Milano nel 1961.

Frequenta con assiduità più o meno continua gli studi fino a laurearsi in Geologia, intervallando il suo percorso didattico con viaggi che lo portano in Patagonia e in Medio Oriente, sempre accompagnato dalla sua analogica.

Sposato e con due figli, trova dapprima impiego in una multinazionale petrolifera, quindi in Università come ricercatore e in seguito nuovamente in un’altra multinazionale petrolifera, continuando a tenere viva la passione per la fotografia, fino a proporsi come fotografo freelance.

Alle immagini costruite o paesaggistiche preferisce i reportage fotografici e la street photography, specie quando attraverso gli scatti riesce a raccontare le emozioni del soggetto ripreso. Su segnalazione di sua figlia, conosce l’associazione culturale “I Luoghi dell’Abbandono” scoprendo così il mondo della fotografia UrbEx.

Ha collaborato in passato con scrittori affermati (Rossana Castiglia) illustrandone le poesie. Alcune sue foto sono raccolte nel volume “Umbria una foto al giorno del 2016”, venduto per sovvenzionare la ricostruzione delle zone terremotate del centro Italia.

È risultato tra i vincitori di un concorso nazionale che lo ha portato ad esporre le sue foto a Montone (PG) nel 2017 e per il secondo anno consecutivo ha vinto il concorso fotografico indetto dall’associazione Libera-mente.

Espone i suoi progetti fotografici presso l’ex OP di Granzette (RO).

Questa campagna non ha raggiunto l'obiettivo minimo dei pre-ordini necessari a pubblicare il libro.

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