Project Description
Caos Karma, un libro fotografico di Andrea Bettancini
Ho visitato molti luoghi nel mondo noti per le loro dense popolazioni, per il traffico intenso e le grandi masse di persone che si spostano per lavoro ogni giorno, a piedi, nelle auto o su mezzi pubblici. Di questo tutti noi abbiamo esperienza, anche nelle nostre città, e pur trovandoci coinvolti in queste situazioni abbiamo comunque la sicurezza e la guida di un flusso che si muove in una direzione in qualche modo organizzata, “preordinata”, in definitiva seguendo uno schema. Questa sicurezza in India scompare di colpo. Alle rette si sostituiscono diagonali, linee spezzate, zigzag, sospensioni impreviste, inversioni improvvise. Le persone si spostano lungo infinite direttrici individuali e lungo queste direttrici si realizzano incessanti interazioni sociali. Attraversare un incrocio in India non è un fatto scontato.
L’India non è l’ordinato scaffale del supermercato a cui siamo abituati, l’occhio non si ferma in alcun luogo preciso, e laddove scorge qualcosa che merita di essere registrato, avvista poco oltre, lungo i piani prospettici, altre scene che collidono. Ogni fotografia scattata qui può contenere molte vite e indurre molte domande e molti dubbi in chi le osserva.
Così come questa metafora geometrica si realizza lungo le strade, nello stesso modo si riflette su ogni aspetto della vita indiana, mettendo in scena un “teatro del caos” che sfugge da ogni tentativo di essere rappresentato con un ordine iconografico che lo possa rendere intelligibile e perciò rassicurante.
Un barcaiolo trasporta due novelli sposi sul Gange per il loro servizio fotografico, mentre il cadavere gonfio di un bue scorre lento accanto allo scafo, un facchino sul suo triciclo trasporta pacchi che starebbero stretti su di un furgone, un uomo d’affari al telefono sfila veloce sulla strada mentre una mucca pascola rifiuti. Un asceta immobile è sospeso nell’edicola che si staglia dal muro, mentre poco più in la corpi bruciano.
In India ne la modernità ne la tradizione sono abbastanza forti da riuscire l’una a cancellare l’altra, il consumismo e il modernismo occidentali sembrano pretendere una universalità che qui però diviene solo un concetto astratto che si innesta su una memoria collettiva millenaria, ciò che ne risulta è una società schizofrenica che sembra sempre rotolare sul bordo dell’abisso senza però cadervi mai.