Project Description
NOVECENTO volte Eugenio Allegri
Un libro fotografico di Paolo Ranzani
con i testi di Alessandro Baricco, Lella Costa, Gabriele Vacis, Roberto Tarasco
“ lo chiamerò Novecento.”
“ Novecento? Ma è un numero! ”
“ Era un numero: adesso è un nome.”
“Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. È perfetto. È bellissimo. Un gran nome, cristo, davvero un gran nome.”
Era un numero, poi un nome, adesso è anche un libro di fotografie che racconta, che ricorda e rievoca l’incredibile viaggio, per quasi 30 anni, su centinaia di palcoscenici in italia e oltralpe, di Eugenio Allegri. Un attore straordinario che ha interpretato NOVECENTO.
Tra palco, quinte e camerini, inseguendo Danny Boodmann T.D. Lemon” Novecento”.
Un po’ di storia.
Alessandro Baricco scrisse il monologo teatrale “Novecento” appositamente per lui e per la regia di Gabriele Vacis. Poi divenne anche un film “La leggenda del pianista sull’oceano”, ma quella è un’altra storia.
Tutto cominciò in un misto di chiacchiere e tiri al pallone tra Settimo Rottaro e la pioggia del Brenta. Quattro mesi dopo, un pomeriggio, Baricco piazza una busta in mano ad Eugenio:
“Ho il soggetto per il monologo. E’ la storia del più grande pianista di jazz mai esistito al mondo che nasce su una nave, sull’oceano, e da lì non scende più.”
“Cristo santo” riesce a dire Eugenio.
Una storia strana, pazzesca, di quelle che ti inchiodano e non ti mollano.
Negli anni a cavallo delle due guerre mondiali, abbandonato sulla nave dai genitori e ritrovato sopra un pianoforte da un marinaio, Novecento trascorre tutta la sua esistenza a bordo del Virginian, senza trovare mai il coraggio di scendere a terra.
Impara a suonare il pianoforte e vive di musica e dei racconti dei passeggeri. Sul grande transatlantico, Novecento riesce a cogliere l’anima del mondo. E la traduce in una grande musica jazz. E quando lui si alza dal pianoforte, quella musica non c’è più, mai più per sempre.
La sera del 28 giugno 1994, “Novecento” debutta al sedicesimo Festival di Asti, nel cortile del Palazzo del Collegio. Replicherà il 29. Due appuntamenti iniziali e, per due sere, 700 persone. Tutta la critica teatrale italiana schierata in platea; tanti spettatori curiosi; tanti amici e un’attrice, Lella Costa, che alla fine andrà in camerino ad abbracciare Allegri. Da quel giorno si contano oltre 700 repliche.
Paolo Ranzani resta infatuato da una delle prime rappresentazioni e chiede ad Eugenio, suo amico e maestro di Commedia dell’Arte, di poter fotografare quell’alchimia che gli ha inondato gli occhi e il cuore in un’ora e mezzo di spettacolo.
Ben presto non si accontenta più di raccontare la scena visibile al pubblico e inizia così a frequentare il backstage, l’allestimento nei teatri delle città, segue anche intere parti della tournée, per oltre 20 anni, ogni tanto, trova il modo di staccarsi dai suoi impegni di fotografo professionista e si aggrega alla carovana.
Che sia un teatro a Roma o a Montecarlo, che siano i vent’anni al piccolo di Milano, l’ennesima volta al Carignano o in presenza di un accoratissima standing ovation al “Print Room at the Coronet Theatre” di Londra, Ranzani diventa unico testimone di questa storia e della solitudine dell’attore mentre aspetta il buio della scena per vestire i panni di Novecento e del trombettista Tim Tooney che è il narratore della storia.
Questo libro fotografico è il frutto di infiniti e meravigliosi viaggi al fianco di Eugenio Allegri, nel baccano delle prove luci intralciando e incrociando il meticoloso lavoro dei tecnici, infilandosi nei bagni del camerino, restando lento osservatore della liturgia precisa dell’attore che si prepara, si fa la barba, si concentra, poi cazzeggia, cuce il costume e stira il cappello, rilassa le gambe, attende il microfono, fa esercizi vocali e smorfie bizzarre, fino al silenzio d’ombra dei minuti prima del buio in sala.
L’amicizia e la fiducia tra i due si fa così unica e forte che Eugenio lo porta anche in scena, dietro le quinte, sulle passerelle, tra graticce e ballatoi. Per anni parlano di quando sarà il momento giusto per far uscire il racconto fotografico, si pensa per i 30 anni, manca poco, il 2024 è vicino, si pensa anche al titolo e poi si decide già che ci dovranno essere dei testi di Baricco, di Vacis, di Tarasco e anche di una amica come Lella Costa.
Poi accade quel che non doveva accadere. Eugenio Allegri muore improvvisamente la sera del 6 maggio 2022.
Il progetto fotografico poteva fermarsi lì, ma si è sentita immediatamente l’urgenza di non smettere di crederci e di voler ricordare la magia che per anni ha riempito le sale di molti teatri e il cuore dei tantissimi affezionati che ancora piangono l’assenza. Eugenio, forse come Novecento, è ancora lì, su quella nave, ed è ancora qui in questo straordinario libro che volteggia sulla musica più bella del mondo, quella delle fotografie che Paolo Ranzani gli ha omaggiato rendendolo infinito, come la musica di Novecento.
Alla fine il libro è stato fatto come lo avrebbe voluto Eugenio.