Project Description
Le Stanze della Memoria a Siena, hanno inaugurato la mostra fotografica Elaborazioni di memoria di Paul Richard Cecchini e Niccolò Kirschenbaum. Cecchini è fotografo di scena, diplomato all’Accademia Teatro della Scala di Milano, Kirschenbaum è conosciuto per il successo del suo lavoro sulla violenza contro le donne “Elisioni Permanenti” e il suo impegno visuale nell’ambito del sociale. I due professionisti ci propongono scatti di memorie di luoghi simbolo della storia del Novecento, viaggi reali ma anche interiori dove fanno eco spaccati di storia e memorie di vissuti, immagini che rimandano a ciò che è stato ma anche elaborazioni che il tempo, le donne e gli uomini, hanno fatto e continuano a fare incontrando i “luoghi” emblematici della storia, che rimandano fino ai nostri giorni.
Il lavoro dei due artisti si fonde idealmente lungo il percorso espositivo con le impressioni visive prodotte dagli studenti senesi che hanno visitato alcuni dei luoghi di memoria più significativi della storia del Novecento: Auschwitz-Birkenau con il Treno della memoria organizzato dalla Regione Toscana (24-27 gennaio 2017), a cui hanno partecipato gli studenti del Liceo artistico “Duccio di Boninsegna”, del Liceo scientifico “Galileo Galilei” e dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Bettino Ricasoli”; Foiba di Basovizza, Risiera San Sabba e Sacrario di Redipuglia con il Viaggio della memoria (14-15 febbraio 2017), organizzato dall’Istituto d’Istruzione Superiore “Sallustio Bandini”, dall’Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato “Guglielmo Marconi”, dal Liceo delle Scienze Umane “Santa Caterina da Siena” e dall’Istituto Tecnico Industriale “Tito Sarrocchi”, in collaborazione con l’ISRSEC, parzialmente finanziato dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
L’importanza dell’immagine e della densità culturale che rappresenta mostra come la fotografia sia molto più che una tecnica, semmai un’arte, un linguaggio, a cui attribuire la dignità di strumento conoscitivo fondamentale degli ambiti che rappresenta, poiché in grado di restituirci una descrizione di specifici e circoscritti ambiti della realtà.
La fotografia non è solo un dei tanti mezzi di rappresentazione della realtà, conoscibile attraverso lo studio della tecnica e dell’estetica, ma soprattutto è un mezzo privilegiato di cui la modernità dispone per osservare criticamente ciò che la mente percepisce, attraverso lo studio delle relazioni dialettiche intercorrenti tra mezzo, occhio e realtà. È però anche un modo per poter riflettere su ciò che è stato, per ricordarlo negli scatti statici e poterlo rielaborare nella contemporaneità attraverso nuove interpretazioni degli eventi passati.
Questo è uno dei motivi per cui lo strumento fotografico è un oggetto molto interessante per le giovani generazioni proprio come paradigma a cui appoggiarsi per materializzare, per catturare la complessità della realtà contemporanea ma anche passata, attraverso il mondo sensibile. Un modo preferenziale che si accorda con l’età, rispetto ad altri paradigmi interpretativi. Per questo, al lavoro dei due fotografi professionisti è affiancato il lavoro degli studenti che hanno unito ai loro scatti un breve scritto in modo da costruire uno storytelling, una narrazione esperienziale di un viaggio che vuole formare le loro identità anche come testimoni di memoria.
Dunque, questa progetto è un mezzo per riflettere sull’elaborazione che facciamo della memoria di uno dei periodi più importanti e più complessi da capire della nostra storia. La memoria non è un qualcosa di ingessato ma si muove, si allunga, si ferma, si calpesta, oppure si rinvigorisce e diventa traccia, insegnamento. Alle giovani generazioni si raccomanda di conoscere per essere testimoni di memoria, una responsabilità importantissima per costruire il domani.