Project Description
Exiliados è un reportage fotografico con interviste per raccontare la storia degli esuli Venezuelani.
Storie di migranti come tante: presenti, passate e future.
Il Venezuela è un paese dimenticato.
Una delle più grandi crisi migratorie mondiali, di cui nessun italiano ha sentito parlare. Nei giornali se ne legge poco o nulla, nonostante quasi 2 milioni tra italiani e oriundi vivano lì. A pochi interessa la situazione politica di una nazione cosi lontana, anche se lo stesso Venezuela è fonte di ispirazione per alcune delle più famose riforme italiane degli ultimi tempi (reddito di cittadinanza su tutte).
A chi interessa la sorte di 4 milioni di exiliados, le persone fuggite dal loro paese come potevano, persino a piedi, attraversando ponti e boschi, la guerriglia delle FARC, le frontiere corrotte, pur di sperare in un futuro migliore? Chi si sposta in barconi verso il centro America, chi nei doppifondi di auto e camion, chi a piedi e chi è più fortunato, con aiuti di amici, familiari e associazioni, prende un aereo spendendo anche 5000 euro. Ma tutti sono ugualmente mossi dalla speranza di un futuro migliore, per se stessi, per i propri figli.
E tutti lasciano indietro tutta la loro vita, i loro beni e i loro sogni.
Tutti lasciano un pezzo di sè pur di ricominciare.
Nella recente crisi politica che si è creata in Venezuela, il parlamento venezuelano ha eletto un presidente ad Interim (Guaidò) che, naturalmente, non è stato riconosciuto dall’attuale presidente Maduro. Il nostro paese ha scelto la neutralità per motivi politici , pur di non prendere alcuna posizione. E i mezzi di informazione italiani, dopo qualche breve articolo, hanno deciso che l’argomento non era poi così interessante, nonostante la previsione dell’Onu che entro la fine del 2019 saranno 5 i milioni di venezuelani in fuga dalla crisi che sta colpendo il paese e dalla dittatura: il 16% della popolazione, una migrazione pari se non superiore a quella dei rifugiati siriani.
La maggior parte rimane in America Latina, tra Colombia, Cile e Perù. I restanti si dividono tra Stati Uniti ed Europa, dove si è segnato un +51% di richieste di asilo politico. In Italia si conta che siano circa 50.000 gli exiliados venezuelani con incrementi di circa 1000 unità all’anno. Perlopiù persone laureate, appartenenti alla media borghesia, con un lavoro sicuro e ben retribuito in patria.Il Venezuela è uno dei paesi più ricchi di materie prime del mondo (petrolio e gas naturali su tutti).
La sua economia era tra le più floride del Sud America negli anni ‘90, sostenuta dall’esportazioni di petrolio ad altissimo prezzo. Con l’avvento di Chavez e del suo successore Maduro, con la crisi del prezzo del petrolio e con una politica di base assistenzialista ma in realtà corrotta e dedita al narcotraffico e alla violenza, il paese è sprofondato in un buco nero. Ma il fatto più grave è che c’è un popolo, un intero popolo ridotto alla disperazione… e alla fuga!
Per cercare di comprendere cosa si prova a lasciare alle spalle tutta la propria vite e la propria terra, “terra di grazia”, ho incontrato diversi di loro, che vivono tra Umbria, Emilia, Lazio e soprattutto Toscana. Le nuove case, il vecchio paese, un figlio lontano, un permesso di soggiorno sbiadito, un libro universitario, foto sparse sui cellulari. Chi fa vedere la propria laurea in Giurisprudenza, chi racconta di come era la propria casa a Caracas, chi ancora delle partite di calcio allo stadio. Racconti di paure, di speranze e di rinascite. Storie personali che si intrecciano con la storia di una nazione, da cui nessuno se ne sarebbe voluto andare, ma che per necessità, milioni di persone hanno dovuto abbandonare.
Storie di exiliados come tante: presenti, passate e future.
Nel libro saranno presenti anche le poesie della poetessa Hebe Munoz , venezuelana , in Italia dal 2006.